Pubblicato: 06-08-2013

Addio a Mark Fisher, 'l'architetto della musica'


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Lui rimaneva dietro le quinte, invisibile al pubblico, mentre le sue spettacolari architetture lasciavano a bocca aperta il pubblico dei concerti pop e rock: l'inglese Mark Fisher, che si è spento oggi a 66 anni dopo lunga malattia, ha disegnato i maggiori e più faraonici palchi mai calcati dai Pink Floyd (per i tour di "The wall", ancora con Roger Waters, e "The division bell") e dai Rolling Stones (per i tour di "Steel wheels", "Voodoo lounge", "Bridges to Babylon" e "A bigger bang"), dagli U2 ("Zoo TV", "Pop Mart", "Elevation", "Vertigo", fino all'incredibile "artiglio" metallico che sovrastava il palco del "360° tour ") come da Madonna (l'MDNA tour del 2012) e Lady Gaga (il "Born this way ball tour"). Il visionario designer aveva anche collaborato con Peter Gabriel alla realizzazione del Millennium Dome Show a Londra e orchestrato le cerimonie di apertura e chiusura delle Olimpiadi Invernali Torino 2006 e dei Giochi Olimpici di Pechino 2008, oltre a realizzare gli allestimenti scenici di musical come "We will rock you" e "Viva Elvis" e per spettacoli del Cirque du Soleil.

La notizia della sua morte ha gettato nella costernazione il mondo musicale, e sono già numerosi gli artisti che hanno voluto commentarla lasciando un messaggio di cordoglio e di saluto su agenzie, siti e social network. Pubblicando una foto del palco del suo ultimo show a forma di gigantesca testa umana, Robbie Williams lo ha ricordato come "il più grande architetto della musica"; stesse parole usate da Laura Pausini, per cui Fisher aveva concepito lo stage dell'Inedito World Tour 2011-2012. I Rolling Stones, tra i suoi collaboratori più assidui, hanno emesso un comunicato con il quale si sono detti "profondamente addolorati nell'apprendere la notizia della morte del nostro caro amico Mark Fisher. Gli eccezionali set che ha disegnato per noi negli ultimi vent'anni hanno avuto un ruolo molto importante nel successo di quei tour. La sua passione, la sua dedizione e la sua professionalità erano contagiose. Noi tutti amavamo il suo asciutto senso dell'umorismo e la compostezza del suo comportamento...un genio dai modi educati. Mark mancherà moltissimo, non solo a noi ma ad ogni singolo membro della nostra, e di ogni crew con cui ha lavorato. Le nostre sincere condoglianze vanno a sua moglie e alla sua famiglia".


(Articolo tratto dal sito: rockol.it del 26 giu 2013)