Se ne iniziò a parlare già nell'autunno del 2009, a qualche settimana dalla rottura, e l'impressione è che se ne continuerà a parlare fino a quando non succederà davvero, o fino a quando almeno uno dei due Gallagher sarà costretto a rinunciare al palco per limitazioni fisiche imposte dai raggiunti limiti di età, rendendo così l'operazione di fatto impossibile. Perché la reunion degli
Oasis, in fondo, è come il mostro di Lochness o i misteri dei Templari: un argomento sufficientemente nebuloso e pret-a-porter che, ciclicamente, torna buono per rivitalizzare palinsesti in momenti di stanca o anche solo conversazioni con il vicino di posto a corto di argomenti durante i viaggi.
Con ancora l'eco della
secca smentita girata alla stampa da un suo collaboratore circa la
presunta reunion programmata dalla band per festeggiare dal vivo il ventennale di "Definitely maybe", quello che fu il maggior compositore della formazione di Manchester che negli anni Novanta - insieme ai Blur - tenne alto l'onore del brit rock sulle scene mondiali ha scelto tornare sull'argomento, questa volta in modo meno stringato, nel corso di un'intervista rilasciata all'emittente radiofonica sportiva TalkSport: "Probabilmente la gente pensa che, dato che se ne continua a parlare, ci sia la possibilità che possa succedere davvero. E invece non succederà", ha assicurato
Noel Gallagher, "Almeno fin quando non decideranno di farlo senza di me, ma senza di me sarebbe solo spazzatura".
Di margini per un eventuale ripensamento, quindi, non dovrebbero essercene: "Uno potrebbe anche avere la tentazione di dire mai dire mai, perché c'è sempre la possibilità che qualcuno finisca in bolletta e ne possa avere bisogno. Ma non è mia intenzione. Davvero, proprio non mi interessa".