Ogni tanto esce un album con un titolo evocativo, che all'inizio lascia un po' spiazzati ma scatena anche fascino e curiosità. Ecco, "Portamento" dei Drums rientra sicuramente in questa categoria. Il secondo disco della band di Brooklyn, americana di provenienza ma come spesso capita "adottata" musicalmente dal Regno Unito, è uscito nel nostro paese lo scorso 13 settembre. Rispetto al fortunato disco d'esordio del 2010 però sono cambiate un po' di cose. Il chitarrista Adam Kessler ad esempio ha lasciato il gruppo un anno fa, lasciando i suoi compagni a riflettere su passato e futuro. Non sono mancati dei momenti di crisi, che hanno portato i Drums sull'orlo dello scioglimento. Ma come a volte succede in questi casi, la crisi ha lasciato spazio ad una seconda vita musicale. Abbiamo incontrato il leader Jonathan Pierce per farci raccontare la nuova fatica in studio del gruppo statunitense.
"Tecnicamente `Portamento´ è una parola del 17esimo secolo che si riferisce alla modulazione della voce, ad un glissato vocale da una tonalità all'altra. E' spesso usata anche nel mondo dell'elettronica: da ragazzino mi sono innamorato dei sintetizzatori analogici, che tra le varie funzioni ne hanno sempre una chiamata appunto Portamento. E' sempre stata una parola che era dentro la mia mente", esordisce il musicista americano spiegandoci la scelta del titolo, "Adam aveva appena lasciato la band e noi eravamo in tour. Lì per lì stavamo quasi per scioglierci. Poi all'improvviso abbiamo cambiato idea, decidendo di andare comunque avanti nonostante tutto. Per questo abbiamo scelto un nome del genere, rappresenta il nostro stato emotivo di questi ultimi mesi: era come se stessimo passando velocemente da una tonalità all'altra, da uno stato d'animo all'altro".
Da un punto di vista sonoro il nuovo album si distacca da quello d'esordio, che conteneva brani come "Let's go surfing'". Si passa dalle tonalità scure e decadenti di "Book of revelation" a quelle sintetiche e quasi in stile Kraftwerk di "Searching for heaven". "Volevamo un suono più interessante. Ma questa scelta dell'elettronica non è nuova per noi, è il genere che suonavamo agli inizi. Poi in realtà abbiamo fatto un disco d'esordio costruito sulle chitarre, ma è stato un caso. Magari il terzo sarà tutto elettronico", scherza l'artista.
Il processo di registrazione spiega molte delle cose che si ascoltando in questo nuovo capitolo discografico della band. Jonathan lo conferma: "Abbiamo prodotto tutto da soli, registrando nella mia cucina. Connor Hanwick è passato alla chitarra mentre Jacob Graham si è divertito con i synth. Abbiamo scritto `What you were´ subito dopo che Kessler se n'è andato, quella è stata la scintilla che ha fatto partire tutto. Ci sentivamo soli contro il mondo. Come se la nostra gabbia fosse stata scossa all'improvviso. Non eravamo sicuri di chi fossimo davvero e questo ha molto influenzato anche i testi che sono molto più malinconici".
Insomma, "Portamento" è un disco sulla ricerca della propria identità. "Questo album racconta l'umiltà, la riscoperta di sé stessi e del nostro status di band. E' una fase di passaggio anche musicale, per questo cu siamo spostati dal pop verso un suono più dark ed elettronico. Insomma, è un'autobiografia".
Ad anticipare l'album ci ha pensato il singolo "Money", che Jonathan definisce "Il ritratto di un perdente". I Drums tra l'altro saranno dal vivo nel nostro paese per un'unica data ai Magazzini Generali di Milano il prossimo 18 novembre. Insomma l'Europa, in particolare l'Inghilterra, li ha ormai adottati. "E' stato buffo per noi americani essere apprezzati così tanto dai britannici, non ce lo aspettavamo. Io Connor e Jacob siamo cresciuti in un città piccolissima e molto religiosa dell'Ohio: lì eravamo un po' visti come dei reietti, dei tipi strani. Poi improvvisamente scrivi un paio di canzoni pop e tutto il mondo pensa che sei figo, che buffo. Non mi ci sono ancora abituato dopotutto", conclude Jonathan.