Oltre cinquanta giovani iracheni, sommariamente descritti come "emo", sarebbero stati uccisi negli ultimi mesi da bande di miliziani sciiti autonominatesi "Brigate della rabbia": teatro dell'eccidio sarebbe stato un quartiere a maggioranza conservatrice di Bagdad, Shia, nei pressi di Sadr. Le vittime sarebbero state ritrovare con il cranio sfondato a colpi di mattone o di bastone, oppure con traumi letali dovuti a cadute da grandi altezze: tutti i cadaveri portati presso gli obitori degli ospedali della capitale irachena sono di sesso maschile. A scatenare le bande di estremisti è stata una dichiarazione di Muqtada al-Sadr, leader del Movimento Sadrista e dell'Esercito del Mahdi, milizia da lui fondata nel giugno del 2003 per combattere le forze di occupazione in Iraq: "Sono dei pazzi squilibrati", avevo detto il politico, "Una piaga per l'Islam di oggi. Una piaga da eliminare in qualsiasi modo". Fonti locali parlano di oltre cento omicidi già commessi: al momento, tuttavia, un bilancio ufficiale delle vittime non è ancora stato stilato.
Nel 2008 la Russia mise alla studio un disegno di legge atto a reprimere il fenomeno emo - regolamentando severamente i siti collegati in qualsiasi modo ad esso collegati e imponendo un rigido codice di abbigliamento negli edifici pubblici - accusandolo di "cavalcare pericolose tendenze giovanili che istighino alla depressione e al suicidio".
Benché il termine si possa far risalire a band fondamentali sulla scena hardcore statunitense come
Hüsker Dü e Minor Threat - che distaccandosi parzialmente dagli stilemi del genere fino ad allora imperanti vennero definiti "emotional hardcore" (poi abbreviato, appunto, in "emo") - nel linguaggio corrente il termine "emo" fa riferimento a gruppi come
30 Seconds to Mars, Fall Out Boy, Funeral for a Friend,
Linkin Park,
My Chemical Romance e altri, che - pur riconoscendo ai pionieri dell'hardcore una certa ascendenza sulla propria musica - hanno (a differenza dei precursori) raggiunto un notevole successo commerciale che li ha portati ad imporre mode e stili di abbigliamento.
(Articolo tratto dal sito: rockol.it del 12 mar 2012)
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