Pubblicato: 25-01-2012

'Occupy' è un album. Ci sono Yoko Ono, Debbie Harry, Jackson Browne


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Debbie Harry dei Blondie, Yoko Ono vedova Lennon, Jackson Browne l'antinucleare, Willie Nelson patriarca country sono solamente alcuni degli artisti che contribuiscono all'album dedicato al movimento Occupy, partito come Occupy Wall Street nello scorso settembre e poi estesosi a un'altra novantina di città tra le quali Londra con lo spazio davanti alla cattedrale di St Paul's. Il titolo del disco, riporta Reuters, è "Occupy this album". Negli USA il movimento "Occupy Wall Street", partito da un gruppo canadese e parzialmente ispirato alle proteste egiziane di piazza Tahrir e agli Indignados spagnoli, come noto adotta lo slogan "We are the 99%". L'azienda di PR Workhouse ha riferito che l'album sarà pubblicato nel corso della prossima primavera e che l'incasso andrà a supportare "la continuazione dei movimenti". Tra gli altri partecipanti al disco sono da annoverare Third Eye Blind, Crosby & Nash, Tom Morello, Thievery Corporation, Warren Haynes e Immortal Technique. Nello scorso novembre a Zuccotti Park di New York si erano improvvisamente presentati Crosby & Nash che avevano regalato ai manifestanti "Long time gone", "What are their names", "Military madness", "They want it all" e "Teach your children", quest'ultima introdotta da Nash con queste parole:












"Questa canzone la conoscerete sicuramente, quindi vi invito ad aiutarci a cantarla: l'ho scritta quarant'anni fa, ma abbiamo visto come oggi sia ancora estremamente attuale. Dobbiamo impegnarci a far crescere meglio i nostri figli". "Tutti si sono ormai accorti di essere stati fregati", aveva aggiunto Crosby: "La gente si è accorta di una grande verità, ovvero di come il sistema sia orientato contro le persone stesse. Adesso tutti stanno cercando più giustizia. E' molto semplice". La futura pubblicazione di un album di questo genere era stata annunciata già lo scorso 23 novembre, ma con una lista di partecipanti piuttosto differente.


(Articolo tratto dal sito: rockol.it del 23 gen 2012)







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