La carriera di Paul Simon parla da sola. Negli anni '60 ha creato la colonna sonora di una generazione insieme ad Art Garfunkel, scrivendo capolavori come "The sound of silence", "The boxer" e "Bridge over troubled water" sotto l'indimenticabile firma Simon & Garfunkel. Pezzi non militanti, non "di protesta" ma che hanno segnato un'epoca tanto quanto "Blowin' in the wind" e "Mr.Tambourine Man". Pensando a quei brani non può non venirci in mente anche quella "Mrs.Robinson" che accompagnava un giovane e indimenticabile Dustin Hoffman ne "Il laureato".
Guardandolo oggi, nel giorno in cui compie 70 anni, in realtà si capisce subito come Paul Simon in tutti questi anni sia andato molto oltre quei suoni, quelle melodie. Per spiegarlo basta una parola: "Graceland". Quel disco, uscito ormai 25 anni fa, è la cartina di tornasole della sua splendida carriera solista, un capolavoro in grado di unire la tradizione africana con i suoni dell'Africa. Un album registrato in Sudafrica durante l'embargo occidentale e diventato negli anni uno dei simboli della lotta all'apartheid.
E pensare che se non fosse stato per il manager Tom Wilson, forse tutto questo non sarebbe successo. Il successo di Simon&Garfunkel non è stato immediato: il primo album "Wednesday Morning, 3 AM" fu un mezzo flop, che li portò quasi sull'orlo dello scioglimento. E fu questo produttore ad avere nel 1964 un'intuizione tanto semplice quanto geniale: ri-registrare "The sound of silence", originalmente contenuta nel poco fortunato disco d'esordio, con dei sessionmen elettrici. Risultato? La misconosciuta ballata acustica degli esordi è diventata un inno generazionale. Chissà cosa ricorda di quell'episodio Paul Simon, a distanza di tutti questi anni.
Rockol ha dedicato a Paul Simon uno speciale per festeggiare i suoi 70 anni, con una raccolta di foto, video e recensioni a lui dedicate. Cliccate sul link sottostante per leggerlo.