Neanche il tempo di far sognare i fan. Che la notizia dei Pink Floyd chiamati a chiudere le prossime Olimpiadi, quelle di Londra che si svolgeranno nel corso dell'estate, contenesse quantomeno elementi improbabili, lo si era già capito. A cominciare dalla fonte stessa della "rivelazione", il "Daily Express", quotidiano (in giornata ripreso anche dall'"Evening Standard") che di musica mastica pochissimo. E per proseguire con la stessa indiscrezione, avanzata da una fonte anonima e piuttosto generica. La "fonte" aveva cantato all'Express: "Da parecchio tempo si dice che ci vorrebbe qualcosa di estremamente speciale per far tornare assieme i Pink Floyd, e di più grosso delle Olimpiadi non c'è niente. Come Sir Paul, è da quarant'anni che fanno parte della cultura della nazione e sarà molto appropriato il loro coinvolgimento in un momento in cui Londra è sotto agli occhi del mondo. Si spera che tutto sia confermato nelle prossime settimane". Il sogno di chi sempre spera di rivedere assieme i Floyd, come detto, è durato poco. Giusto una mezza giornata. Perché infatti adesso arriva la doccia fredda. Il rappresentante di David Gilmour, contattato dal "New Musical Express", è stato lapidario: "David Gilmour conferma che non vi è alcun elemento di verità nelle recenti speculazioni da parte dei media sul fatto che i Pink Floyd abbiano deciso di riunirsi per esibirsi alle Olimpiadi di Londra 2012".
Fine delle voci. Per ora, perché fino a quando non sarà ufficialmente designato l'artista chiamato a chiudere i Giochi, altre indiscrezioni sicuramente non mancheranno.
(Articolo tratto dal sito: rockol.it del 03 gen 2012)